sabato 26 giugno 2010



Sono arrivato a Byron Bay, New South Wales (quasi Gold Coast), in mattinata. L'ostello e' poco fuori dal centro abitato: nella “giungla”! Si chiama Arts Factory: il che gia' dice tutto! Ritrovo di Hippies, surfisti e “people looking for themselves”... Figo! Se avessi 20 anni... ne ho 30 e l'umidita' si fa sentire nei reni!... A parte gli scherzi ho cercato subito una sistemazione piu' comoda, perche' nel momento in cui mi sono affacciato sulla spiaggia di Tallow Beach nel meraviglioso Arakwal National Park, ho deciso, seduta stante, di voler stabilirmi per un po' di tempo qui e dormire sui chiodi per qualche mese non mi e' sembrato davvero il caso. Se l'ostello, infatti, e' la migliore sistemazione per qualche notte; per lunghi periodi e' sicuramente consigliabile trovare una camera o un posto letto da qualche parte. Quando mi sono affacciato sulla Tallow Beach, dopo aver passeggiato immerso in una vegetazione rigogliosa, mi e' apparso un paesaggio stupendo: una spiaggia infinita, neanche l'ombra di un'abitazione sul litorale. Da una parte il mare dall'altra la macchia, in mezzo una spiaggia che mi e' subito apparsa come una “terra di nessuno”: attaccata da un lato dal mare con delle onde che non avevo mai visto in vita mia e dall'altro dalla natura selvaggia della vegetazione. Questa lingua “beige” in mezzo, indorata dai riflessi del sole sulla sabbia bagnata e interrotta qua e la' da un tronco d'albero inanimato, che sembrano essere un grossi lucertoloni, e da numerosissime conchiglie e gusci di molluschi naufragati e ormai senza frutto; e' aggredita dalle onde tanto amate da tutti gli amanti del surf e d'altra parte dalle radici di arbusti e piante conficcate nel suolo. Quasi come se ci fosse un piano predefinito da parte della natura di conquistare quella lingua infuocata di sabbia che sembra quasi non appartenerle. Un piano che prevede l'attacco dall'alto da parte delle onde che si vanno a infrangere fragorosamente creando un frastuono che, se vi ritrovate soli in un posto del genere, vi assicuro e' assordante e si ci mette un po' per abituarsi; e la conquista da terra da parte delle radici che si vanno a conficcare come spilli nel terreno cercando di ferirlo a morte. Ma tale striscia sembra non avvertire ai suoi confini gli attacchi in corso e nel suo mezzo continua ad ospitare le esistenze di diversi organismi: piccoli granchietti che spuntano dalla sabbia attraverso perfetti e regolari cerchi e veloci percorrono brevi distanze per poi imbucarsi di nuovo sotto il terreno bagnato. I gabbiani, numerosi, si accomodano spesso sulla battigia a contemplare l'orizzonte, dopo lunghi voli, puntando l'acqua per intuire quelle increspature tra le onde che gli potrebbero portare piu' facilmente cibo. Camminando distrattamente facendo foto al promontorio di Cape Byron che mi avviluppa sulla sinistra, con il suo faro che si staglia alto e bianco posto dall'uomo per salvare imbarcazioni in preda a marosi; mi imbatto tre volte in pelli squamose e abbandonate di serpenti. Probabilmente scelgono la spiaggia aperta, nelle prime ore del mattino, quando non li vede nessuno, per denudarsi e disfarsi della loro vecchia e raggrinzita pellaccia, per poi strisciare fino all'interno e ripararsi dai raggi cocenti del sole australe. Percorro minimo 15-20 km e, finalmente, raggiungo il capo opposto che divide Byron Bay da Lennox Head e Ballina. Decido di passare dall'interno per vedere che cosa ha combinato l'uomo e mi ritrovo in una piccola comunita' periferica: Suffolk Park. Una serie di villette a schiera a 400-500 metri dal mare, diviso da esso da alberi e cespugli vari che nascondono tutto alla vista; un villaggio di bungalow destinato ai soli residenti o, cosi', almeno appare da numerose scritte per terra: “Suffolk Park is not for turists!”, “Vacancy just for community” e cosi' via... Rientrando all'interno trovo la strada principale che collega Suffolk Park a Byron Bay da una parte e a Lennox Head dall'altra, sulla mia destra un nugolo di case e attivita' commerciali: una Despar, il Park Motel, che assicura di avere ottima birra e di trasmettere qualsiasi partita di qualsiasi sport, un take away thai e una pizzeria al taglio. Mi avvio sulla destra volendo ripercorrere i miei passi, ma dalla strada: per cercare di familiarizzare con l'interno. Byron Bay, in realta', non presenta un vero e proprio centro cittadino con tanto di piazza, chiesa, casa comunale, etc...; ma ha piu' che altro l'aspetto disordinato di un villaggio di pescatori nato essenzialmente per dare riparo a questi ultimi. L'unica differenza e' che qui i pescatori, in realta', sono surfisti hippies che negli anni '60 hanno colonizzato il posto non curandosi di certo delle abitazioni e della conformazione urbanistica che si andava creando attorno a loro. I surfisti si erano fermati perche' ci sono onde gigantesche e perche' il posto e' fantastico ovviamente. Dopo di loro, pero', e' arrivato il turismo e anche una ridente speculazione edilizia che ha voluto per forza di cose dare asilo e un tetto, sotto cui fumare i loro Joints, a 'sti poveri Hippies. Cosi' a Byron Bay si possono ammirare in fila una serie interminabile di villette unifamiliari con il loro piccolo “backyard” in perfetto “english style”, costruite solitamente su due piani, senza fondamenta, con materiali molto leggeri e colori tenui e con le loro staccionate a delimitare a dovere la proprieta' privata. Questa fila si estende per svariati km con brevi interruzioni e poco fuori il centro cittadino si iniziano ad incontrare i primi resorts, che pero' non hanno le sembianze di mostri di cemento, ma si confondono con la natura e utilizzano quasi sempre materiali eco-compatibili. Camminando lungo la strada ho visto un cartello su una staccionata che recitava: “rent a room” e il numero di telefono. Ho chiamato subito. Una voce femminile posata e disponibile mi risponde dicendomi che se voglio posso percorrere la staccionata per pochi metri ed incontrarla. Non me lo faccio ripetere due volte ed eccomi nel soggiorno di Cheri: una simpatica e sorridente australiana che mi accoglie benevolmente nella sua casa. Parliamo un po', mi fa vedere la camera, dopodiche' ci salutiamo e le dico che le avrei fatto sapere il mattino seguente, sapendo gia' che l'avrei fatto sicuramente. Riesco a rientrare in tempo per gustarmi il tramonto a Main Beach: la spiaggia principale di Byron Bay su cui si estende un delizioso lungomare fatto di prati e alberi su cui riposano e si rilassano i passanti. Lo spettacolo e' fantastico: tra gli ultimi surfisti che aspettano all'imbrunire le ultime onde seduti sulle loro tavole, vedo passare un branco di delfini che ritmicamente sollevano le loro pinne emergendo dall'acqua e destando stupore e meraviglia nel pubblico di osservatori sul belvedere. Seguiamo tutti con lo sguardo la scia dei delfini che scorrono veloci affianco ai surfisti non curandosi di loro, ma e' uno di quest'ultimi, invece, a curarsi dei delfini: si avvicina, cerca di accarezzarli, poi trova la pinna di uno di questi e cerca di aggrapparsi ad essa. Con un sospiro di sollievo da parte di tutti i presenti il delfino si immerge e scompare alla nostra e alla sua vista. Il surfista si arrende e resta a guardare anche lui, come noi, incantato il branco che il linea ormai con l'orizzonte si perde alla nostra vista rimbalzando sull'acqua.

mercoledì 23 giugno 2010

Byron Bay - Tallow Beach - Arakwal National Park

Byron Bay - Tallow Beach - Arakwal National Park

Byron Bay - Main Beach

martedì 22 giugno 2010


Sono a Sydney da un giorno e stasera riparto alla volta della Gold Coast e precisamente di Byron Bay dove, credo, mi fermero' per un po'. Anche se ho fatto il biglietto fino a Cairns, a Nord sul tropico. L'intenzione e' quella di fermarmi a Byron Bay, dove il clima dovrebbe essere mite e temperato tutto l'anno, trovare un lavoro li' e poi fare una scappata ai tropici tra qualche mese. Byron Bay e' una piccola cittadina sulla costa, il centro e' praticamente sulla spiaggia; vive prevalentemente di turismo ed e' vicino a molte "farms" che fanno la raccolta della frutta durante l'anno. Percio' potrebbe essere un'ottima sistemazione. Mi hanno sconsigliato di stabilirmi in cittadine situate troppo vicine ai tropici perche' molti mi hanno detto che e' bellissimo: fa caldo 365 giorni all'anno, ma devi fare attenzione ad uscire dai centri abitati e ad andare sulla spiaggia libera, perche' e' molto facile trovarvi coccodrilli e serpenti velenosissimi, alcune specie mortali di ragni e altri animali strani che abitano la giungla tropicale. Quindi visto che non devo fare Tarzan e non mi aspetta nessuna Jane credo che faro' solo un semplice viaggio fino a Cairns dopo essermi sistemato sulla Gold Coast e essermi messo qualcosa da parte (il biglietto e' valido 6 mesi).
Sydney e' fantastica: molto diversa da Melbourne! Prima di tutto per il sole che ieri mattina, dopo un viaggio di 12 ore durante la notte mi ha accolto e riscaldato davanti all'Opera House e poi perche' rispetto a Melbourne e meno ordinata e segue maggiormente la linea della costa nel suo sviluppo urbanistico. E' una citta' di mare, che si e' sviluppata sul mare e tutto il complesso di pontili della baia attorno all'Opera House rappresentano il centro turistico e pulsante della citta'. Invece il centro di Melbourne e lontanissimo dal porto commerciale e la citta' si e' sviluppata attorno allo Yarra river ed e' molto ordinata, disegnando con le sue strade ed incroci molto larghi perfetti intersezioni che permettono di riconoscere dopo poche ore le strade gia' battute. Mentre Sydney e crocevia di vicoli e stradine, in salita e discesa rotte dalla presenza di grattacieli. Tutto questo e' il preludio alla vista mozzafiato sulla baia e l'Opera House. Quest'ultima ti lascia davvero senza parole: prima per l'impatto architettonico che ha sul contesto e su chi l'ha vista soltanto in cartolina; in secondo luogo, perche' avvicinandosi si ci rende conto della semplicita' di come e' stata realizzata. La realizzazione delle basi e dei marciapiede che circondano tutta la costruzione, infatti, sono stati realizzati con grandi blocchi prefabbricati posti in essere e bullonati al suolo in una maniera semplicissima. Gli stessi materiali di rifinitura e di isolamento delle gigantesche vetrate sono una sorta di alluminio. Gli interni, al solito, sono ricchi di moquette e tendaggi di velluto. Uno spettacolo! La costa, poi, frastagliatissima acquista un particolare fascino grazie alle numerose costruzioni realizzate e alle numerose vele che si vedono solcare il mare. Il possente Harbour Bridge sembra sovrastare tutta la baia dominandola dall'alto e gruppi di turisti si avventurano sulla sua curva dove sul punto piu' alto sventolano due bandiere australiane. Beh, che dire? Mi sembra abbastanza!...

11/06 Stamattina sveglia tardi e ancora con dolori lancinanti alle anche: questi letti sono una macchina di tortura! Meglio dormire sul pavimento! Ho trascorso il giorno fotografando quello che non avevo fotografato e sono rientrato all'ostello visibilmente affaticato. Adesso sto scrivendo da un po' e mi sono ripreso stando seduto su una poltrona a dir poco comoda dopo una settimana su quel letto a castello maledetto. La lunchroom dell'ostello e' gremita e i ragazzi fanno un gran bordello e divertente stare in mezzo a loro e sapere di essere uno dei piu' vecchietti. Molti di loro si avvicinano e mi chiedono che cosa abbia di tanto importante da scrivere. Allora brevemente gli spiego che sto tenendo una specie di diario di viaggio che vorrebbe essere tante cose nelle intenzioni, ma non so cosa sara' alla fine! Di solito mi chiedono di leggergli qualcosa, ma evidentemente in imbarazzo gli dico che e' tutto in italiano e loro: “Translate me, please!” Allora prendo qualche frase senza un grande valore decontestualizzato dal resto del testo e gliela traduco ad alta voce. Loro mi guardano e mi dicono: “It's really interesting, mate! Great! I'm glad to talk with you, g'day, catch you later!” e si allontanano togliendomi dall'evidente imbarazzo.
Sono pronto per la partenza e felice di ripartire. Ho voglia di qualcosa di nuovo e di qualcosa di piu' caldo soprattutto! Alle 20:00 ho il bus. La fermata non e' molto lontana dall'ostello e sono solo le 18:10. Ma restero', sicuramente qui su questa poltrona a scrivere: non ho voglia di girare! Davanti a me, nel frattempo, si sta esibendo in una partita a biliardo un giocatore in gonnella: lei e' in jeans e canottiera, estremamente mascolina; lui ha un vestitino a fiori aragosta e verde con delle "strasse" nel mezzo e delle bretelline che gli lasciano scoperta la schiena e rendono prominente il suo inesistente decolte': cool!



Oggi ho visto “City Island” con Andy Garcia: non male! Divertente e a tratti triste analisi della famiglia media newyorkese, che vive in una delle tante periferie tranquille della Grande Mela.

Oggi ho fatto anche altre cose, ma lasciamo stare... Ho fatto soprattutto un “fioretto” (mai fatti nella mia vita!...) e lo sto scrivendo per tenerlo bene a mente...

Ho letto alcune cose a proposito di Byron Bay sulla Lonely e, ad occhio e croce, dovremmo esserci! Dovrei aver trovato la mia Promise Land... Speriamo!

Appena arrivo devo trovare un lavoro in una fattoria cosi' rinnovo automaticamente il mio visto per un altro anno. Dopodiche' devo trovare un Dojo e riprendere a praticare Aikido e, infine, devo fare sport come un pazzo: corsa, nuoto, palestra... non si deve capire niente! Devo rimettermi in forma nell'arco di tre mesi esatti! Devo essere pronto per affrontare prove ben piu' dure!



Stanotte e' stato il caos piu' totale! Alle 11:30 la ragazza che sta sempre sul suo letto a castello a leggere, perche' evidentemente non ha meglio da fare; ha chiesto di spegnere la luce. Quindi fine delle trasmissioni! Comunque avevo gia' intenzione di andare a dormire presto per svegliarmi riposato, verso le 8 l'indomani. Ma verso le 3:30 ritorna la mia coinquilina del piano di sotto. Evidentemente ubriaca si perde il cellulare, fa un casino incredibile, sveglia tutti e non contenta ad un certo punto apre la luce per trovare il cellulare. Non lo trova e chiede al ragazzo con i "dredd" di poter utilizzare il suo cellulare per "autochiamarsi" e vedere dove fosse finito il suo mobile. Fa squillare il telefono come se niente fosse, sollevando il malcontento generale; poi lo trova e spegne la luce. Ma non finisce qui! Perche' appurata la disponibilita' del ragazzo con i dredd che fa? Gli chiede se gentilmente gli fa un po' di spazio nel suo letto perche' non vuole dormire sola. Lui tira un sospiro, credo realmente che avrebbe preferito continuare a dormire, e iniziano una seria di mugugni da parte di lei che terminano in un “AH!”, al cui termine tutti in coro tiriamo un sospiro di sollievo e ci diciamo: “Ah, forse adesso si mettera' a dormire!”. Ma la fortuna non sta dalla parte dei dormienti e, infatti, da li' a poco entrano due nuovi acquisti che entrano sbattendo la porta e si fanno largo tra le montagnelle di roba accumulata dappertutto dai vari ospiti della camera 111. Alla fine entrano ed escono 3 o 4 volte, poi si sistemano sui letti e silenzio. Finalmente si torna a dormire! Si a dormire..., ma dopo tutto 'sto casino a chi fa piu' sonno? Porc...! Inizio a imprecare sottovoce! Continuo a guardare l'orario dall'orologio e dal cellulare come se l'ora non fosse uguale e l'uno potesse segnare un minuto in piu' dell'altro ed avvicinarmi al mattino seguente. Sono soltanto le 4:30 del mattino ed ho gli occhi sbarrati! una "sorrentina" che mi tira dritto nel cozzetto come al solito e un nervosismo da paura che mi verrebbe da scendere al piano di sotto e cantarne quattro alla tipa che adesso russa per giunta. Invece scendo dal letto come niente fosse, prendo tutto l'occorente nel buio piu' pesto, senza fare il rumore che aveva fatto la tacchina, vado in bagno e mi faccio una doccia bollente che mi riprende in un attimo. Mi vesto e metto a posto tutto, prendo le robe sporche, lo zainetto e la macchina fotografica ed esco fuori. Cambio 6 dollari (3 per lavare, 3 per asciugare) al desk giu' da una ragazza con la maglietta Nomads per niente stupita di vedermi alle 5 del mattino in piedi davanti a lei con la mia biancheria sporca. Salgo su e faccio il bucato.
"Adesso dovrebbe aver finito il lavaggio!" vado a vedere... Fatto! Ho attaccato la "dry machine" ed adesso sono nella lunchroom accanto all'ostello per fare colazione. E' gia' aperta alle 7 del mattino: bene! Inizia bene questa giornata: Non e' ancora giorno e ho fatto gia' il bucato, colazione e sono gia' pronto per andare in giro! Dopo questa "healthy breakfast" a base di "fruit salad" e "fresh orange juice" mi preparo a scattare centinaia di foto e a fare qualche filmato.

Nel pomeriggio, rientrato in ostello per riposarmi un attimo, ho, di nuovo, incontrato al desk informazioni il ragazzo di Manchester con il quale avevo parlato il giorno prima. Mi sono seduto e con lui abbiamo effettuato la prenotazione con la Greyhound per il mio viaggio attraverso la Gold Coast. Circa 4000 km di viaggio in autobus fino a Cairns, fermandomi a Sydney per un paio di giorni, Byron Bay e sicuramente Brisbane. Il biglietto e' valido sei mesi e posso fermarmi quanto tempo voglio in qualsiasi localita' sulla costa. Il tipo mi ha consigliato di fermarmi a Byron Bay. Dice si essersi fermato per tre mesi li' e di essere stato benissimo. Mi dice anche che a Cairns ci sono delle spiagge delimitate dove fare il bagno. Allora gli chiedo il motivo e lui mi risponde: perche' spesso camminando sulla spiaggia libera si possono incontrare i coccodrilli. I coccodrilli? Si sono liberi di andare dove vogliono e sono numerosissimi, Cairns e sul Tropico del Capricorno e quindi ha un clima congeniale ad animali come i coccodrilli oppure il “brown snake”, il secondo serpente piu' velenoso al mondo. Mi racconta anche della sua esperienza in una “farm” a 45 minuti da Byron Bay dove ha lavorato per tre mesi come carpentiere alla costruzione di alcuni fabbricati. Mi chiede se voglio il numero di telefono perche' lui si e' trovato molto bene, poi si ricorda di averlo perso con tutto il “mobile” tre settimane fa. Infine chiudiamo tutto: 350 dollari per il biglietto fino a Cairns, 54 dollari per una notte in ostello a Sydney e una notte in ostello a Byron Bay. Restiamo che se a Byron Bay c'e' un buon clima e mi piace rimarro' li' a lungo e trovero' un lavoro, altrimenti riprendero' il viaggio per i territori del Nord del Queensland.

7/06 Anche questa giornata si e' conclusa, per fortuna perche' e' stata molto lunga e se continuavo di questo passo avrei speso un sacco di soldi. Stamattina per prima cosa ho cercato di cambiare le due magliette e il pantalone al Victoria Market, ma, quando non ho visto nessuno, ma proprio nessuno, ho capito che la domenica non si fa il mercato... Quindi ho fatto retro marche e sono tornato all'ostello. Finalmente ho trovato un posto dove mangiare qualcosa che non fosse “impappato” indegnamente: proprio sotto l'ostello, quella Lunchroom che avevo snobbato il primo giorno. Ti puoi far fare una wrap (una specie di piadina) con quello che vuoi dentro. L'ho fatta fare: pollo, carote, lattuga e pomodoro. Sono tornato piu' tardi e mi sono sparato una macedonia e una spremuta d'arance. Poi mi sono messo alla ricerca di una videocamera, ma i prezzi sono improponibili per me: 800 dollari quella che volevo: non se po'! Dopo di che mi sono diretto verso Federation Square e ho visitato piu' accuratamente gli edifici che compongono questo strano ensemble di architettura post-moderna: c'e' un centro per l'immagine, un teatro multimediale, un grosso centro informazioni, una sala concerti dove ho potuto ascoltare la banda della Marina Australiana esibirsi in pezzi classici che riportavano alla memoria gloriosi momenti di guerra! Successivamente, seguendo un percorso che mi era stato indicato dalla Lonely Planet, sono passato per una stradina piena di graffiti da ambo le parti attraversata mi sono trovato di fronte al Parlamento e ho imbeccato la porta di entrata della Chinatown di Melbourne: una miriade di ristoranti e attivita' commerciali insignificanti delimitati da queste porte di ingresso richiamanti l'architettura cinese ad ogni incrocio. Dopodiche' sono uscito davanti ad una delle arterie principali dove mi sono fermato a mangiare qualche cosa da Glumping's: un ristorante cinese che fa “noodles” (i nostri tagliolini) a mano. Devo dire la verita' i noodles in brodo di agnello erano davvero buoni e mi hanno fatto riavere in parte dal mio terribile raffreddore!

Melbourne e' molto bella, ma fa troppo freddo. Oggi ho parlato con un ragazzo dell'information office dell'ostello e secondo lui l'alternativa migliore e volare direttamente a Cairns, a nord, nel Queensland. Localita' turistica di mare. Cairns sembra avere tutte la caratteristiche che cercavo in un posto venendo qui: ha anche una buona univesita', la James Cook University, con dei corsi interessanti di giornalismo e scienze sociali. L'unico problema e' che per raggiungerla in autobus con Greyhound dovrei impiegare 5-6 settimane secondo il tipo. Certo fermandomi a Sydney ed in altri posti! Gia' solo per Sydney impiegherei, a detta sua, 12 ore: un botto! Il costo, pero', e' estremamente ridotto: 350 dollari australiani ovvero 241,90 euro, con biglietto aperto fino a sei mesi. Il tipo, pero', mi consigliava di volare fino a Cairns e successivamente scendere con l'autobus e farmi tutta la Gold Coast, che a suo dire e' la costa piu' bella dell'Australia. In questo modo avrei per un anno sempre sole e caldo estivi. Ho controllato e sembra che ci siano delle offerte per Cairns a 107 dollari, che mi sembra davvero poco. Comunque ho spedito i miei dati sperando che mi contattino al piu' presto. Se devo spendere giusto 50 euro per spostarmi in una sorta di paradiso terrestre lo faccio volentieri. Altrimenti i voli costano piu' o meno quanto il biglietto dell'autobus. Devo vagliare tutte le possibilita': con il volo aereo arriverei subito, ma non viaggerei e non vedrei tanti posti che non e' detto che una volta sistemato a Cairns vedro' e visitero'. D'altro canto se prendessi l'autobus spenderei la meta' delle mie risorse per affrontare le spese di 5-6 settimane di viaggio e rischierei fortemente di arrivare a Cairns senza il becco di un quattrino. Anche perche' se passassi da Sydney mi fermerei sicuramente almeno un settimana per visitare la citta'. Occorre fare una scelta estremamente ponderata per non ripetere lo stesso errore che ho fatto nel momento in cui ho deciso di atterrare a Melbourne ( la citta' piu' a Sud e, quindi, la piu' fredda) alle porte dell'inverno australiano quando avrei potuto scegliere qualsiasi altra meta a Nord.

Sono le 6:15 del mattino e sono in piedi da circa un ora e mezza. Mi sono addormentato presto ieri: erano le 23:30 circa. Durante la notte sono rientrati quasi tutti i ragazzi: quasi tutti ubriachi. Mi hanno svegliato, ho ripreso sonno, ma verso le 4:00 ho spalancato gli occhi e non c'e' stato piu' niente da fare. Ho cercato di fare piano alzandomi e vestendomi, ma era inevitabile che facessi rumore scendendo dal letto a castello dove dormo: cigola tutto non appena ti muovi! Sono sceso giu' ho controllato la posta elettronica e ho guardato un po' le distanze che mi separano da Sydney e come percorrerle. L'obiettivo e' arrivare al mare il prima possibile e mettermi in salvo dal freddo. Sono sempre piu' convinto che la mia vita non si svolgera' in una grande citta': e' troppo spersonalizzante e mi mancano punti di riferimento. Abituato come sono stato a vivere davanti al mare o in montagna ed ad abitare in centri come Roma. Purtroppo non riesco ad apprezzare quasi nulla della modernita' urbanistica. Le dimensioni non fanno giustizia di quelle che sono le esigenze dell'essere umano e il processo di urbanizzazione ha travolto l'individuo in un vortice che lo ha condotto dritto a smarrirsi nei meandri cittadini. I grattacieli e le strade asfaltate; le innumerevoli insegne a neon luminosi dei negozi e i semafori degli incroci anonimi mi spingono sempre di piu' alle armonie disegnate dalla natura, ma soprattutto ad un'urbanistica maggiormente sostenibile laddove l'uomo ha dovuto adattare la sua casa al luogo dove ha costruito. Laddove e' avvenuto questo l'uomo si e' fuso al paesaggio a volte aggredendolo, a volte ridisegnandolo, ma ha dovuto fare i conti sempre con la natura. Nelle spianate cittadine che mostrano i paesaggi monotoni di serpenti di asfalto e palazzoni di cemento e vetro l'uomo a ridotto in schiavitu' quella natura stessa della quale e' parte integrante. Ma il grande torto l'ha fatto a se stesso! Smarrendo e dimenticando, oscurata la vista del cielo dallo skyline metropolitano, la sua vera natura. Non mi piace la citta'! Spesso non ha senso per me trascorrere il mio tempo in questi contenitori. Gli individui nelle citta' pensano di far parte di un unico organismo vivente e di contribuire con le loro esistenze a sostentare ed alimentare tale organismo, ma, in realta' e' piu' palese il contrario: non esiste nessun organismo vivente che non sia l'individuo! La comunita' non esiste: e' annientata e nel tentativo mal riuscito di costruire nuove identita' spesso nascono aborti o aberrazioni urbane. Dove gli individui ai margini avvertono il forte disagio e cercano di porvi rimedio aggregandosi in non piu' precisate associazioni di uomini e donne. Basterebbe tornare ad abitare le periferie! Ripensando il proprio modo di stare al mondo e il rapporto con la natura. Questa volta cercandola e coniugandosi ad essa in un intento sincretico. Costruire, abitare, pensare! Questo e' ancora possibile, ma solo individualmente. Ormai abbiamo perso il controllo del giocattolo, se mai lo avessimo avuto! Percio' la deriva e' dietro l'angolo e quale immagine e' piu' calzante per descrivere la deriva dell'uomo del XXI secolo se non l'immagine del flusso continuo dei pedoni che affollano il marciapiede di una metropoli contemporanea?



La priorita' e' quella di risalire a Nord in senso antiorario e di raggiungere presto Sydney per poi spostarmi velocemente a Brisbane e li' trovare un lavoretto per un po' di tempo. In realta' a Melbourne e' ormai inverno e gia' fa freddino. Probabilmente ho fatto un errore di valutazione: dovendo arrivare a giugno, all'inizio dell'inverno australiano, quindi, avrei potuto atterrare a Darwin, a Nord, dove si gode per tutto l'anno di un clima tropicale. In questo modo sarei potuto scendere a Sud con calma aspettando la fine dell'inverno e il sopraggiungere dell'estate. Comunque, adesso, risalendo non posso che trovare un clima piu' mite e temperato. Percio' tra una settimana mi muovero'! Sperando di ricevere delle chiare indicazioni in merito domani all'ufficio informazioni.

Ho preso possesso del letto: abitero' per una settimana con altri 13 sconosciuti! Tutti ragazzi e ragazze piu' piccoli di me, ventenni. Da sotto arriva sparata una musica da discoteca: fortunatamente non e' un ritmo martellante e le mura riescono ad ovattare per bene il suono. Oggi ho comprato un po' di roba in giro, visitando quello che credo sia la city: grattacieli, strade molto ampie, negozi da tutte le parti, niente che risalga a piu' di un secolo fa! Ho girato a piedi e senza avere alcun orientamento, quindi non so dire come sia la citta', perche' ho visto pochissimo. Da quel po' che ho visto mi sembra molto estesa, gli stessi grattacieli non superano certe altezze e le le strade sono amplissime. Percio' posso dedurre che Melbourne si estenda per parecchi chilometri. Credo, percio', che il mare sia abbastanza lontano. Domani voglio andare un po' in esplorazione cercando di fare il percorso a piedi che consiglia la Lonely Planet.

Sono arrivato a Melbourne da qualche ora: e' andato tutto bene! Ho trovato un ostello "very cheap", ma per una cosa o per un'altra ho speso un po' di soldini...
Ho preso un posto letto in una camera da 14 persone per una settimana. Vedo com'e' la situazione e poi me la svigno e inizio a viaggiare!
Un dollaro e quarantaquattro centesimi australiani equivalgono a un euro.
Quindi se pago il posto letto 20 dollari significa che sto pagando soltanto 14 euro al giorno!
Non male!
Puzzo da fare paura e vorrei fare una doccia, ma nella stanza dormono tutti. Per non disturbare ho deciso di lasciar perdere e di lavarmi direttamente stasera. Lascio la mia roba in un angolo ed esco: oggi faro' conoscenza con la citta'...

Alle ore 17:40 sono arrivato alla stazione di Roma Termini. Ho ritrovato la citta' che mi ha ospitato per circa otto anni. Tutto quello che penso di Roma trova conferma nelle immagini che scorrono veloci filtrate dal finestrino dell'autobus che mi sta conducendo all'aeroporto di Ciampino. Immagini di uomini e donne bloccati nel traffico che fissano un punto nel cielo con il mento appoggiato sulla mano; di motociclisti piu' numerosi degli automobilisti, ognuno con il suo casco di forme e colori differenti a proteggere le loro idee, i loro pensieri. Il traffico chiude l'intero spazio e l'autobus si fa strada a fatica tra questa folla di auto, moto e pedoni. Il semaforo diventa rosso e i pedoni scorrono sulle strisce: posso vedere il fastidio, la noia, la fatica sui loro volti. Sono consapevoli di dover camminare per decine di minuti, a volte per ore per spostarsi da un luogo all'altro della capitale. Magari per raggiungere una fermata dell'autobus o della metropolitana. Da quassu' sembrano tutti tristi e non posso far a meno di pensare che non voglio ritornare ad essere uno di loro.

lunedì 7 giugno 2010

Sono appena partito per questo lungo viaggio in Australia. Ho preso un intercity a Sapri alle 13:00 del 1 giugno 2010. Mentre sto scrivendo mi trovo tra Formia e Roma. Credo che ormai per il mio zaino debba rassegnarmi, ma domani cerchero' Manu a Dublino, sul posto di lavoro, sperando di recuperare il mio bagaglio. Sto cercando di contattare Peppe per stanotte, ma non risponde neanche lui. Cerco di prendere confidenza con Ubuntu: a primo acchito e' davvero molto semplice ed intuitivo. Vincenzo, Luciana e i bambini mi hanno accompagnato alla stazione: ho strapazzato un po' di baci ed abbracci Sergio e Giovanni prima della partenza: mi mancheranno moltissimo! Spero che questa batteria del netbook duri abbastanza: credo che questo strumento sara' un buon compagno di viaggio al quale confidare tutto quello che mi capitera' on the road. la priorita'e'cercare di gestire bene le mie risorse: sono partito con un bel gruzzoletto distribuito su 2 poste-pay, perche' non sono riuscito ad attivare il mio bank account presso la Commonwealth Bank. Comunque non mi preoccupo perche' il circuito Visa funziona in tutto il mondo e con quello che ho da parte posso tirare avanti per un bel po' di tempo. Certo dovro' trovare un lavoro, ma almeno per le prime due settimane potro' farne anche a meno. Cosi' facendo dovrei avere la possibilta' di orientarmi meglio e di trovare un lavoretto che mi dia da vivere, ma non mi stressi troppo. Devo poter essere libero abbastanza da poter fare determinate cose...