venerdì 13 agosto 2010

















La giornata del Woofer inizia presto: sveglia alle 6:00, colazione e alle 7:00 si inizia. Agganciamo un carretto al quad e dopo pochi secondi ci immergiamo in uno dei tanti filari di alberi di caffe'. Le piante di caffe' qui sono alte all'incirca tre metri e il carretto e' fatto in modo che una rete metallica sostenga il peso dei pickers durante la raccolta. Arrivati sul posto fermiamo il mezzo e saliamo sul carretto, dopodiche' iniziamo a raccogliere i chicchi piu' rossi, piu' maturi e, quindi migliori. I rami colmi di chicchi rossi vengono presi con una mano mentre l'altra afferra tra pollice e indice il ramo vicino il tronco e strappa via tutti i chicchi depositandoli nel fondo del carro. L'operazione e' molto semplice e non richiede molto tempo, ma il lavoro e' tanto perche' i rami sono colmi di “beans” e molti sono ancora verdi. Di solito i verdi non si raccolgono e si scartano, ma spesso capita che tirando via tutto anche i chicchi verdi vadano a finire dentro il carro. Una volta terminata quest'operazione rimetto in moto il quad e mi sposto di qualche metro fino a quando qualcuno dei miei compagni non mi grida: “Stop!” e si ricomincia. In quattro persone riusciamo a fare in media un filare di 300 metri. John ci dice che in media raccoglie quattro volte all'anno. Dopo circa tre giorni di raccolta il carretto e' colmo. Guido il quad trainando il rimorchio in un'area appositamente attrezzata per la lavorazione del caffe': “Process”. Prima di tutto ripuliamo la raccolta da tutte le foglie e i rami caduti dentro il carro insieme al caffe'. Quest'operazione avviene rastrellando il caffe' dal carro e spingendolo in dei contenitori di plastica avviene una prima pulizia. Successivamente il caffe' viene immerso in una grande vasca piena d'acqua dove i chicchi neri e secchi, i rami e le foglie vengono a galla mentre i chicchi si vanno a depositare sul fondo. Con degli scolapasta raccogliamo inizialmente solo quello che galleggia in superficie. Qui avviene una seconda selezione dove vengono scartati foglie e rami e il resto viene immerso in un altro bacile pieno d'acqua. Quando si e' terminata quest'operazione si raschiano dal fondo del primo bacile i chicchi con gli scolapasta o con dei secchi appositi, si tolgono le ultime foglie e si deposita il caffe' in altre bacinelle; poi si scola anche il caffe' nell'altra vasca che sara' “processato” per ultimo perche' piu' sporco e “seconds” cioe' di seconda scelta (i chicchi neri e secchi). A questo punto aziono la macchina: John mi ha insegnato tutto in proposito e mi ha dato la responsabilita' di seguire tutto il processo! Si tratta di un macchinario che snocciola il frutto dai chicchi separandoli: la polpa esterna finisce in un contenitore per il compost e i chicchi in una bacinella. Finita questa fase i chicchi biancastri riposano sul fondo di numerose bacinelle a cui si aggiunge abbastanza acqua da ricoprirli completamente. Dopo pochi secondi l'acqua nelle bacinelle inizia a diventare marrone: e' la caffeina che il caffe' appena snocciolato rilascia a contatto con l'acqua. Lasciamo il caffe' nell'acqua per due giorni, dopodiche' lo scoliamo e lo stendiamo al sole su delle reti sostenute da dei pali. Le reti filtrano l'acqua restante e il sole fa il resto. Nell'arco di quattro, cinque giorni il caffe' si e' seccato per bene e possiamo raccoglierlo dalle reti e metterlo nei sacchi da 50 kg. Nella “roasting room” John ci mostra come tostare il caffe'. Ha una macchina greca (ma mi dice le migliori sono le italiane e le tedesche). Una certa quantita' di caffe' si introduce in questa macchina che tosta il caffe'. John controlla la tostatura da un apposito comparto dove odora i chicchi ormai neri e bollenti. Quando il caffe' e tostato a dovere John apre una valvola e il caffe' si riversa in un recipiente dove viene ramazzato da un'elica e cosi' facendo raffreddato. Dopo pochi minuti il caffe' e' pronto per essere macinato.