martedì 22 giugno 2010


Alle ore 17:40 sono arrivato alla stazione di Roma Termini. Ho ritrovato la citta' che mi ha ospitato per circa otto anni. Tutto quello che penso di Roma trova conferma nelle immagini che scorrono veloci filtrate dal finestrino dell'autobus che mi sta conducendo all'aeroporto di Ciampino. Immagini di uomini e donne bloccati nel traffico che fissano un punto nel cielo con il mento appoggiato sulla mano; di motociclisti piu' numerosi degli automobilisti, ognuno con il suo casco di forme e colori differenti a proteggere le loro idee, i loro pensieri. Il traffico chiude l'intero spazio e l'autobus si fa strada a fatica tra questa folla di auto, moto e pedoni. Il semaforo diventa rosso e i pedoni scorrono sulle strisce: posso vedere il fastidio, la noia, la fatica sui loro volti. Sono consapevoli di dover camminare per decine di minuti, a volte per ore per spostarsi da un luogo all'altro della capitale. Magari per raggiungere una fermata dell'autobus o della metropolitana. Da quassu' sembrano tutti tristi e non posso far a meno di pensare che non voglio ritornare ad essere uno di loro.

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