giovedì 9 settembre 2010

Ballina A/R con rapina a mano armata








Finalmente abbiamo un giorno libero e con Andy e Yeol decidiamo di andare a Ballina sulla costa a circa 15 km dalla farm. John e' di buon umore stamane e ci accompagna fino al centro. Ballina appare piu' grande di Byron, piu' citta; ma mantiene delle dimensioni ridotte e ha una bella passeggiata di fronte ad uno specchio d'acqua chiuso in una sorta di baia riparata dalle gigantesche onde dell'Oceano Pacifico. Visitiamo il centro cittadino, chiediamo informazioni in uno dei tanti centri informazione per i turisti che si trovano in ogni cittadina australiana anche la piu' piccola e sperduta. La cosa piu' interessante e' che sono visibilissimi, piazzati in pieno centro cittadino e non si tratta di chioschi, ma di edifici abbastanza ingombranti. Comunque ho il tempo per chiedere alla ragazza al desk di uscire con il mio amico Andy. Quest'ultimo visibilmente imbarazzato mi suona un sonante calcio e la ragazza divertita sorride sorpresa. Salutiamo e ci avviamo verso la spiaggia: nella piccola baia si puo' accedere al mare facilmente attraverso una larga e sabbiosa riva. Vediamo qualche famigliola, un gruppo di una scuola di surf non troppo al largo esercitarsi in mare e qualche padrone con il suo cane giocare. La giornata e' calda, ma il forte vento fa passare veloci sulle nostre teste nuvoloni minacciosi. Non c'e' tempo da perdere! Ci tuffiamo, ma piu' che altro ci bagniamo visto che riusciamo a camminare per circa 100 metri dalla riva toccando sempre il fondo. Dopo aver sguazzato per bene nell'acqua ha inizio una sfida di quelle memorabili: Inghilterra, Corea, Italia. Un triangolare da ricordare negli annali del calcio. Dopo una vera e propria lezione da parte della compagine italiana, stesi al sole iniziamo a pensare al ritorno: la signorina all'ufficio informazioni ci ha detto che non ci sono bus dopo le 4 del pomeriggio ed ora sono le 5 passate. Cosi' decidiamo di incamminarci sulla costa, visitare il molo e successivamente, seguendo la mappa, fare hitch-hiking, il nostro autostop. Affrontiamo un lungo cammino per arrivare ad un capo, dove l'acqua salata viene stretta in un corso forzato. Il mare agitato fa il resto: onde enormi si vanno ad infrangere contro la scogliera provocando un fragore assordante e uno spettacolo indefinibile. Nel frattempo, in lontananza, in quel centro cittadino che avevamo lasciato solo pochi minuti prima, sentiamo un elicottero e voci di sirene. All'improvviso vediamo sfrecciare sull'acqua increspata dell'insenatura una moto-scooter con due persone a bordo. Notiamo che il passeggero porta sulle spalle un grosso sacco. L'elicottero li segue e i due si perdono alla nostra vista dietro un muro di scogli. Soltanto arrivati a casa apprenderemo dal Tg locale che si era trattato di una rapina in banca in stile australiano o potremmo dire alla Break Point, visto che i due avevano con se' anche una tavola da surf. Il cronista riporta una strana dinamica dei fatti: i due avrebbero sottratto circa 70.000 dollari australiani alla locale agenzia della Commowealth Bank (la piu' popolare e d importante banca australiana) per poi imbarcarsi sulla moto-scooter per un improbabile fuga via mare con una sorta di maremoto in atto. Il cronista, di fatti, racconta che la fuga per mare si e' conclusa drammaticamente con l'elicottero e la guardia costiera che hanno bloccato i due e con uno dei due, che evidentemente aveva visto troppe volte le imprese di Patrick, Keanu e compagni, tuffarsi in acqua con tavola e sacco e cercare di allontanarsi tra le onde. Sfortunatamente e' rimasto travolto e si e' andato a schiantare con la sua tavola sulla scogliera rimanendo ucciso. Inoltre la polizia non e' riuscita a recuperare la refurtiva perche' i flutti hanno inghiottito il sacco con tutto il denaro. Ebbene, all'oscuro di tutto cio', abbiamo continuato il nostro cammino costeggiando la spiaggia da un lato e le abitazioni (a volte davvero stravaganti: v. foto) dall'altro. Di macchine ne abbiamo viste tante, ma nessuna si e' fermata. Arrivati all'imbocco con la Highway, finalmente, un van, stile figli dei fiori: il classico Wolkswagen beige; si ferma! Allelujah! Gridiamo in coro, anche perche' ormai e' quasi buio. Due ragazzi di Liverpool, anche loro in viaggio attraverso il Paese dei canguri, ci invitano a salire. Ci sistemiamo come possiamo incastrati nel retro del van, mentre Andy fa conversazione con i due. La ragazza ci spiega che stanno viaggiando verso Nord e vorrebbero arrivare a Byron Bay la stessa sera, ma si sono persi. Li rassicuriamo dicendogli che si trovano a pochi km da Byron e gli mostriamo la posizione precisa sulla mappa. Il ragazzo e Andy concordano un incrocio dove possono lasciarci. Dopo pochi minuti siamo scaricati ad un incrocio illuminato da un paio di lampioni, ma questa volta “totally in the dark”! Riusciamo a beccare dopo pochi minuti un altro passaggio solo per pochi km da un giovane padre con un giovane figlio e un carico di pesce fresco nel retro. Scendiamo totalmente nauseati dalla fragranza inebriante dei frutti del mare e intrisi della stessa in piena notte ci apprestiamo a fare l'ennesimo autostop. Passano i minuti, ma nulla! Nel frattempo camminiamo sotto la luna, a bordo strada, immersi nelle tenebre e anche nella vegetazione australiana. Il passaggio di auto e' sempre piu' raro e iniziano a crescere e moltiplicarsi strani rumori e versi loquaci di uccelli notturni e strane creature “in the bush”. Procediamo lentamente, abbiamo consumato molte energie sulla spiaggia e la stanchezza si fa sentire. Siamo equipaggiati solo di infradito, niente acqua e io procedo con il pallone sottobraccio. Mentre si scherza e si canta in fila indiana “in the jungle, the mighty jungle. The lion sleeps tonight...” per sdrammatizzare; inizio a preoccuparmi e da buon trekker forzo la marcia. Dopo una mezz'ora il coreano e sfiancato ed Andy mi grida di fermarmi perche' e' rimasto indietro, staccato di mezzo km. Lo aspettiamo e cerco di riflettere sul da farsi. A 200 m in lontananza vedo una luce distinta. Dico ai ragazzi: "Arriviamo li' cosi' possiamo riposarci sotto la luce e fare l'autostop. Se si mette male potremmo chiedere sempre ospitalita'". I ragazzi si convincono e proseguono con me fin sotto la luce. Si tratta di un resort. I ragazzi sono sfiniti e capisco che bisogna fare qualcosa: stavo per dirigermi verso la reception del resort per chiedere informazioni, quando due fari spuntano nella notte puntando verso di noi. Mi illumino, tiro su i ragazzi e gli grido: “Questo bisogna fermarlo!” Iniziamo a urlare, saltare, imprecare! Il suv passa dritto e noi rimaniamo solo ad imprecare e a guardarlo allontanarsi. Ma ad un tratto vediamo il suv frenare di colpo, inserire la retromarcia e venire spedito verso di noi. Il tipo abbassa il finestrino, Andy va per avvicinarsi e spunta la testa di un bulldog dal finestrino. Andy sensibilmente scosso si ritrae. Ma il tipo e' estremamente gentile e ci dice: “Di solito non do' passaggi a sconosciuti, ma credo che voi siate Woofers della fattoria vicina alla mia, o sbaglio?” Senza indugi rispondo: “That's correct. You are right, man!” e non gli faccio finire di dire nemmeno: “Come on, jump!”, che sono gia' nell'abitacolo a farmi slinguazzare dappertutto dal bulldog. Finalmente arriviamo alla fattoria, ringraziamo il buon uomo e scesi dalla vettura ci inginocchiamo e baciamo per terra! Sfiniti, ormai a notte fonda, sappiamo che il mattino seguente ci aspetta una giornata di lavoro e, cosi', senza dir nulla ci abbattiamo sui nostri materassi per cadere in un sonno profondo dettato dalla stanchezza.

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